Questa breve raccolta di racconti ci propone una carrellata di volti e storie di vita quotidiana, di difficoltà e sofferenze legate alla ricerca di un lavoro o delle sue cattive condizioni; uno spaccato sulla società e le sue debolezze in ambito lavorativo. Così l’autore, che collabora per la CGIL, si trova a dover ascoltare le storie di molte persone cercando di trovare la strada giusta per risolvere i loro problemi.
“Le Camere Del Lavoro rappresentano un riferimento sul territorio, un luogo dove un disperato o una disperata trovano quanto meno qualcuno ad ascoltare, uno spazio con pochi vincoli dove è possibile essere sinceri tanto da raccontare ad uno sconosciuto le difficoltà e le debolezze di una vita.”
“Il lavoro è la fessura nel muro dalla quale osservi il mondo, è il punto d’osservazione dal quale guardi il lavoro degli altri e lo relazioni al tuo, provando a migliorarti.
È quello spazio dove comprendi che tutti i lavori servono e che ognuno dipende dal lavoro dell’altro. Il luogo di lavoro è anche lo strumento che ti aiuta a misurare il bene più prezioso, ovvero il tuo tempo.”
Giuseppe Martelli ha 37 anni, metà dei quali passati in Calabria, a Roccella Jonica, in quella porzione di costa ionica che un tempo si chiamava “Magna Grecia” e oggi si chiama Costa dei Gelsomini. Vive a Firenze dal 2005 dove ha studiato Scienze Politiche alla Facoltà Cesare Alfieri e ha completato il percorso di studi con un Dottorato in “Teoria Politica” presso la Luiss Guido Carli, Roma. Durante gli anni universitari, l’impegno politico non lo ha mai lasciato ed è stato coordinatore dell’udu Firenze vivendo in prima persona le mobilitazioni contro il DDL Gelmini e tutta la fase di protesta studentesca dell’ “Onda”. Lavora in Cgil da quasi dieci anni e questa esperienza ha rappresentato e rappresenta una “seconda scuola” frequentata sul campo a suon di lacrime, schiaffi e qualche soddisfazione. Politica e Sindacato sono le sue passioni da sempre e come ogni passione lo consumano e lo rendono vivo allo stesso tempo. È sposato con Sofia e da qualche tempo sono diventati genitori di una simpatica peste di nome Mattia. Scrivere per lui significa “prendersi cura” delle cose che più stimolano la sua curiosità e il lavoro, con tutte le sue complessità e tutti gli angoli bui, rappresenta un campo di indagine e studio straordinario e dal quale gli è impossibile staccarsi.
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