“E tuttavia c’era in quella giovinetta qualcosa di perverso, qualcosa che Phil aveva soltanto intuito attraverso le visioni fugaci del quadro ma che ora, da una lettura attenta e ravvicinata, emergeva in tutta la sua inquietudine. Non era lo sguardo, che anzi appariva completamente assente dal contesto, ma era piuttosto la posizione del corpo, una posizione volutamente ambigua che era al contempo di attesa verso qualcosa che doveva ancora accadere e di godimento per un fatto da poco accaduto.”
Phil, un giovane giornalista francese, perde la moglie Sarah in circostanze misteriose.
Il viaggio che intraprende per ritrovarla si trasformerà presto in un percorso di crescita personale in cui egli, figlio unico di una famiglia borghese, dovrà continuamente misurarsi con le paure e le inibizioni dell’adolescenza. La missione a Baghdad, l’escursione a Petra, la visita all’Hammam, il contatto con la gente irachena e con i danni profondi e irreversibili della guerra, saranno altrettante tappe di una lenta ma costante crescita della sua complessa e immatura personalità.
Il rapporto con la giovane e disinibita compagna di viaggio Farah, vista da Phil come l’incarnazione della modella di un quadro di Balthus che ha segnato la sua adolescenza, sarà l’evento traumatico che gli consentirà di portare a compimento il suo difficile processo di maturazione.
Anna Maria Leone vive e lavora a Roma. Laureata in ingegneria, si è specializzata in pianificazione territoriale e ambientale. Ha scritto numerosi volumi e saggi sulle tematiche del governo del territorio e della gestione dei parchi e riserve naturali.
Nel 2014 ha pubblicato il suo primo romanzo Le parole di vetro ARACNE editrice S.r.l.
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