La storia che racconta Drabarnì, l’originale opera narrativa di Minea Talarico, parte da lontano, non tanto per l’epoca storica in cui è ambientata, quanto per gli intrecci di vite che la animano, che ripercorrono vissuti difficili, spesso all’insegna del dolore e della sofferenza, ma anche di una profonda condivisione e antica conoscenza. L’opera è un vero e proprio romanzo corale, le cui tante voci si trovano coinvolte in una serie di accadimenti che inevitabilmente congiungerà le loro strade in un percorso di crescita per nulla scontato. Attraverso una prosa incisiva ma allo stesso tempo delicata, Minea Talarico rende, con vivido interesse, sulla pagina scritta, la perfetta polifonia di ogni uomo e le vibranti risonanze dell’essere che lo accompagnano.
Minea Talarico nasce nel 1989 in Germania da madre tedesca e padre italiano. Ha vissuto in Calabria a partire dal primo anno di età, trasferendosi poi in Toscana all’età di dodici anni. Ha conseguito la laurea in Pittura presso l’Accademia delle Belle Arti di Firenze e successivamente la laurea in Psicologia Clinica alla facoltà di Scienze e Tecniche Psicologiche di Firenze. Nel 2017 ha organizzato corsi di gruppo di Arte(e)Terapia presso Cecina, in provincia di Livorno. Nel 2018 ha intrapreso un lungo viaggio in camper, durato otto mesi, nel quale ha sperimentato il percorso di conoscenza intima del “viaggiare da nomade”.
Con Europa Edizioni pubblica il suo romanzo d’esordio Drabarnì. Attualmente vive in provincia di Pisa, dove dipinge e lavora al suo secondo romanzo.
Minea –
Parigi, Maggio 1844 “Mi voltai, rovistai fra i barattoli che erano a terra, lo trovai, presi il mio preferito, la camomilla. Tornai alla porta e aspettai il momento giusto, nessuno guardava nella mia direzione così andai fuori e scappai sul retro, restai ferma lì per un pochino, poi mi diressi verso il bosco. In quel momento mi resi conto che aver scelto di costruire la baracca al limitare della foresta era stato utile, gli altri dicevano che era meglio nella radura aperta, ma la mamma non era mai stata d’accordo. ”
Gyuli sta scappando da Fointanbleau, direzione: la grande città, Parigi.
Parigi, Settembre 1880, il corpo di una giovane cameriera viene scaricato lungo la Senna, non molto distante dall’accampamento gitano di Montmartre.
“Mi chiamo Cléopatre Dupuas, sono nata a Parigi il 14 Luglio 1880, il mio nome è troppa pomposo e pieno di pretese, almeno questo è ciò che pensava mio nonno. La mia nascita non è avvenuta come tutte le grandi attese, sono una figlia illegittima.” Cléopatre, è figlia della medio borghesia, vive i primi 24 anni della sua vita nella consapevolezza che non sarà mai uguale agli altri parigini.
Marzo 1904 “Portava sulle spalle una grande sacca che un tempo doveva essere bianca, adesso era marrone sporco. [..] Quando finalmente arrivò davanti a me mi resi conto che con molta probabilità si trattava di una gitana.”
L’incontro tra Gyuli e Cléopatre porta la vita di entrambe ad un punto di svolta, la giovane parigina si vede “costretta” a rivedere e riscrivere la sua storia e la sua idea del mondo. Entra in contatto con gli “z*ngari”, ritrovandosi a conoscere diverse persone attraverso i racconti che Gyuli le farà: “Un accordo? Vuoi fare accordi con una gitana? Tu sai quanti anni ho io mia cara? Ho settant’anni! Settanta! Secondo te vengo a casa tua per fare accordi? Ti sto offrendo delle storie gratuite [..]”.
André, il giovane gitano amante di foulard e vestiti da donna, Salvador, il parigino che decide di unirsi ad un circo di strada. Nel testo si intrecciano in modo inscindibile le vite di diverse persone, ognuna delle quali, raccontando la sua storia, porterà il lettore nella conoscenza intima dell’animo umano. Una storia dove il pregiudizio verso un popolo poco conosciuto dovrà essere abbattuto, dove la prostituzione, il circo, la povertà, la vita di strada, la lotta di classe e la transessualità si intrecciano in una Parigi storica, distante da noi, ma non troppo, perché il dolore dell’uomo è uguale in ogni epoca.
Daniele –
Libro molto interessante, da leggere con attenzione.