Una casa da ristrutturare, la casa paterna da cui tutto ha avuto inizio. Rientrarci dopo tanto tempo non è facile, ci sono i ricordi di un grande dolore, troppo vicino e mai troppo lontano per essere dimenticato. Dalle finestre un po’ di luce filtra nella polvere; ogni oggetto, ogni parete, ogni superficie parla di quell’amore ancestrale che la morte percuote con violenza, ma che mai potrà spezzare. Tra quelle mura, il racconto di una vita si scioglie in un’intima confessione.
Il desiderio di ritrovare le proprie radici, il bisogno di ricomporre ferite profonde e di testimoniare con forza il proprio sì alla vita, nonostante le ombre che ci portiamo dentro e che ci piegano come un legno verde.
E tutto alla fine torna, come in un lungo sogno, limpido e luminoso, sulle orme del proprio cammino, in quel luogo che chiamiamo casa, stazione di partenza e di arrivo di un cuore lacerato e ricomposto, rinnovato nel calore di una vita nuova, nella luce di una primavera che sussurra il suo messaggio di speranza.
Manuela Violi (Firenze, 1965) insegna in una scuola primaria di Cortona, dove vive con la sua famiglia. Appassionata d’arte, adora viaggiare, conoscere luoghi e persone. Ama gli animali (ha tre cani) e i fiori, le piace cucinare, anche se il suo motto è “brutto, ma buono”. Da anni impegnata nel sociale, ha fatto parte della Commissione delle Pari Opportunità. Ultimamente collabora con la Pro Loco del suo paese e sostiene l’Associazione italiana sindrome fibromialgica e l’Associazione “Crescere” di Castiglion Fiorentino, nata per migliorare la qualità della vita di bambini e ragazzi con disabilità.
La primavera torna sempre con le viole è la sua opera prima.
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