«Paolo era sempre stato, e lo sarebbe stato ancor più negli anni seguenti, diviso a metà tra bene e male, bianco e nero, materia e spirito, saggezza ed emotività.»
L’adolescenza, per ognuno diversa e al contempo simile, ci vede impegnati nel tentativo di gettare le prime timide basi della costruzione del sé, disperatamente vulnerabili e bisognosi di approvazione e conferme esterne, spesso in balia di emozioni amplificate, se non addirittura assolute. L’autore ci racconta quel periodo della sua vita in un’autobiografia anomala, della durata di un solo anno: il 1960. Attraverso questa breve finestra temporale, seguiamo Paolo per dodici mesi, in una storia semplice, fatta di eventi quotidiani. Un delicato racconto della più fragile e controversa stagione della vita, in cui Gianni Cavallina riesce ad alternare con maestria la narrazione dell’esistenza del singolo ad eventi storici e cultura pop, dipingendo lo spaccato di un’epoca.
Gianni Cavallina nasce a Firenze il primo agosto 1942. Vive sempre a Firenze, dove compie i suoi studi classici e gli studi universitari alla Facoltà di Architettura. Si laurea nel 1970 e svolge la professione di architetto per circa venti anni, dedicandosi in contemporanea alla ricerca e all’insegnamento della Composizione Architettonica presso la Facoltà di Firenze. Qui, dal 1990 in poi, si dedica essenzialmente all’insegnamento; tra l’altro ha anche esperienze internazionali legate a concorsi, convegni e collaborazioni didattiche. Inoltre scrive alcuni testi dedicati alla didattica dell’architettura e dell’urbanistica, tra i quali, di particolare interesse: Simbolo, Funzione e scala, Dal Significato al progetto, Il Margine Inesistente, e Architettura tra ragione ed intenzioni. È in pensione dal 2009, sposato, con due figlie.