Il racconto proposto da Dario Uccellini è la fotografia, accurata e densa di elementi, di un intero continente in un periodo di grandi svolte sociali, economiche e politiche. Favorito da una voglia di scoperta e da una dedizione maniacale al lavoro, un ragazzo della bassa lodigiana parte per il Nuovo Mondo, armato solo della tipica intraprendenza italiana e della voglia di svoltare la propria esistenza dopo una dolorosissima curva. Le vicende dell’autore si configurano come una montagna russa fatta di viaggi, avventure, e soprattutto di amori, che vanno dalle Ande ai due oceani che bagnano il continente di Colombo, dalle foreste amazzoniche assediate dai guerriglieri alle affollate metropoli, dove le proteste per i diritti civili contro le sempre incombenti dittature latino-americane prendono forma davanti ai suoi occhi. La storia segue, quindi, il binario della duplice ossessione per il lavoro da una parte, e quella dell’universo femminile dall’altra. Un universo, quest’ultimo, che Dario ha esplorato davvero intensamente, sempre con rispetto, ammirazione, e fascinazione per ciò che ritiene una delle più riuscite opere del Creatore: Eva.
Dario Uccellini (pseudonimo) è nato a Lodi, nella bassa padana, il 26 febbraio di un anno qualsiasi. È del segno zodiacale dei pesci. Romantico, fine lavoratore, buono, allegro, Dario è un genio un po’ matto ma, soprattutto, profondamente umano.
Nato per vendere, anche sé stesso, ha già scelto l’epigrafe per la sua tomba: “Ho volato, ho vissuto. Adesso, sono a terra”.
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