404 a.C. Alcibiade è appena stato assassinato e la notizia arriva a dei giovani ateniesi riuniti alla presenza di Socrate. Atene si sta riprendendo a fatica dalla sconfitta nella Guerra del Peloponneso. Sparta, la città vincitrice, aveva imposto alla polis avversaria il regime oligarchico dei Trenta Tiranni.
La morte del grande stratego diventa così lo spunto per confrontarsi sulle varie forme di governo e su un tema ancora più alto: quello del rapporto tra politica e popolo.
Democrazia, demagogia, vanità del potere, volubilità del consenso popolare: Marta Elisa Bevilacqua, come in un dialogo di Platone, affronta questi temi dando voce ai diversi punti di vista. Leggendo l’ipotetico dialogo tra Alcibiade, ormai negli anni della sua decadenza, e Oloro, immaginario figlio di Tucidide, con la stessa passione del padre per i discorsi e le imprese militari degli uomini illustri, il pensiero del lettore non può non andare all’attualità e chiedersi che cosa sia la democrazia e come si possa correggerne le storture e le contraddizioni. Ma, oggi come all’epoca di Alcibiade, questa domanda probabilmente non troverà una risposta.
Marta Elisa Bevilacqua, classe 1980, dopo aver conseguito una Laurea in Filosofia politica e una in Storia greca, insegna Filosofia e Storia nei Licei.
Ha iniziato a dedicarsi all’attivismo politico fin dai tempi del Liceo, animando campagne e battaglie per la qualità della vita delle persone e in difesa dell’ambiente.
Oltre ad aver fondato e diretto il Centro studi Hermeneia, grazie al quale ha promosso la diffusione delle lingue classiche e dell’approccio ermeneutico ai testi, prosegue il suo incessante impegno di intellettuale organica, dedita alla valorizzazione di un’impostazione ecologica della vita associata.
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