Queste pagine non offrono unicamente spunti di riflessione sulla caducità della vita e sull’importanza di vivere consapevolmente ogni attimo, perseguendo i propri sogni fino al raggiungimento degli obiettivi, fronteggiando le avversità in maniera positiva e trovando le risorse necessarie che ognuno di noi non sa di possedere ma che ha. Queste pagine sono anche un monito a tutte quelle donne che vivono per anni nella trappola dell’indifferenza e dell’anaffettività, accontentandosi di briciole d’amore; quelle donne che hanno paura di restare da sole, pensando di non riuscire a vivere senza un amore che in realtà non assomiglia neppure lontanamente all’affetto che si può provare nei confronti di un estraneo.
“Gisella, Maria, Paola Lanosa. Nasco a Foggia il 22 agosto del 1967, ma non vivrò mai nella città che mi ha dato i natali con i miei genitori, bensì a Taranto, nella famiglia dei miei zii assieme a mio cugino, mia nonna e mia sorella.
A Taranto ho frequentato la scuola dell’obbligo iniziando il mio iter scolastico a cinque anni, seguendo mia zia nella scuola elementare dove insegnava.
Ho conseguito la maturità classica nel liceo Archita di questa città sul mare, che negli anni Settanta e Ottanta, grazie all’ Italsider, oggi oggetto di polemiche legate ai danni ambientali e alle numerose morti causate dalla carbonaia a cielo aperto, e ai cantieri navali, era una città vitale, ricca di fermento culturale e benessere diffuso.
L’importanza del pensare e dello scrivere liberamente, scevra dai dettami del pregiudizio, del giudizio altrui e dell’ignoranza, lo devo a mia zia e agli insegnamenti del mio professore di italiano. Ho conseguito la laurea in Medicina e Chirurgia presso la facoltà di Medicina di Bologna nel 1994, e attualmente vivo ed esercito la professione di medico di medicina generale, che ho scelto e che amo, nella provincia di Bologna.
Ho scritto questa autobiografia a seguito della pandemia che mi ha visto protagonista in prima linea in una cittadina che da un giorno all’altro si è trasformata in una zona rossa spettrale, e al termine della quale, ho dovuto superare anche quel vuoto d’amore che da anni mi stava uccidendo. Così il mio 54esimo compleanno mi ha visto fortunatamente morire per rinascere come la mitologica Araba Fenice dalle proprie ceneri, dimostrando a me stessa tutta la resilienza che un essere umano può avere.”
Paola –
Bel libro, scorrevole nella lettura soprattutto offre molti spunti di riflessione…. Purtroppo😉